10/09/10

elia e l'analisi fondamentale "fonte soldionline"

Nel vivo della trattazione gli Autori si addentrano dopo poche decine di pagine, quando ricordano che nel 1992 i due noti specialisti americani Eugene Fama e Kenneth French, dopo analisi statistiche poi estese e confermate, scoprirono due variabili alla base dei rendimenti di borsa: la prima era rappresentata dal rapporto Prezzo/Valore Contabile (P / VC) e la seconda dalla dimensione dell’impresa. E ciò avrebbe largamente soppiantato i modelli precedenti, come il Capital Asset Pricing Model (CAPM, o Modello di Equilibrio degli Attivi Finanziari) e il coefficiente “beta”.

È questo il primo passo del metodo, denominato dell’analisi quantitativa: scegliere azioni di imprese che presentino un rapporto P / VC compreso fra 1 e 2,5 (più è debole, maggiore il rendimento atteso) e una capitalizzazione non eccessiva, fra i 500 milioni e i 3 miliardi di dollari, inoltre non inserita nei listini principali delle borse.

Anche se a prima vista può apparire un po’ impegnativo far coesistere entrambe le variabili, assicuriamo che, grazie al tipo di esposizione sistematico di Colot e Samain, pagina per pagina si familiarizza con i presupposti che il rapporto P / VC non deve fuoriuscire da ambiti ridotti (quello delle imprese italiane è riportato anche dal maggior quotidiano economico nazionale) e che la dimensione dell’impresa non deve essere eccessiva (e quindi con maggiori margini di crescita).

Tutto qui? No. Ora arrivano i “semafori rossi”, ossia le condizioni che devono assolutamente inibire l’acquisto. Infatti, non si procede con il mouse se l’azienda in esame è:
•    oggetto di nuova quotazione (IPO); essa deve essere infatti quotata da almeno 5 anni;
•    oggetto di fusione o acquisizione (M/A) e l’azienda da acquisire fattura oltre il 30% di quella acquirente; l’esame viene rimandato di almeno 2 anni;
•    ha un indebitamento di oltre 2 volte i “mezzi propri”;
•    è troppo diversificata; il core business dev’essere all’80% del volume complessivo; quindi, no alle holding;
•    tende a internazionalizzarsi troppo;
•    presenta possibilità di guai giudiziari (litigations).

Dopo i semafori rossi è il momento di quelli verdi, per i quali vanno scandagliati strategia, giro d’affari e dirigenza:

•    la strategia deve prevedere una o più competenze di base, che la identifichino; il piano strategico dev’essere chiaro e ragionevolmente ambizioso a medio/lungo termine;
•    il giro d’affari e l’utile per azione devono crescere parallelamente nell’arco di 5 anni; è sempre preferibile che venga riconosciuto un dividendo e il payout presenti un range fra il 15% e l’85% dell’utile; la crescita sia regolare (almeno 2 volte negli ultimi 5 anni un aumento del dividendo); l’indebitamento finanziario non superi di 2 volte i mezzi propri; la liquidità, poi, sia almeno pari al 20% del totale dell’attivo; la dirigenza non sia rappresentata nel consiglio di amministrazione e agli azionisti di minoranza vengano riconosciute adeguate tutele.
Ne consegue una griglia valutativa che per la strategia prevede un massimo di 40 punti, composti da competenze specifiche (15 punti), buona e chiara presentazione formale (5 punti), con ambizione ragionevole (10 punti) e con prospettive di crescita in termini di mercati adiacenti e progetti (10 punti).

Analoga tabella per il giro d’affari, in cui si tenga conto dei risultati (15 punti) e del cash flow (15 punti) in mancanza del quale si analizzino gli utili (30 punti).

Se l’impresa non totalizza almeno 70 punti, non può essere presa in considerazione.

Tutto troppo cauto? Gli Autori si spingono a precisi consigli per chi abbia una maggior vocazione al rischio. Quindi, prendere in considerazione le imprese in fase di risanamento, imprese ad alto potenziale di innovazione e imprese dei paesi emergenti.

Fra le prime, solo quelle di grandi dimensioni e che si stiano risollevando da una cattiva gestione. Dal punto di vista quantitativo, è possibile far indietreggiare il rapporto P / VC a 0,5/ 1,5 (dal precedente caposaldo concettuale 1/2,5) e alla capitalizzazione è concesso di eccedere i 5 miliardi di euro. Infine, deve trattarsi del primo tentativo di risanamento, per di più capitanato da un gruppo dirigente completamente rinnovato; in questa strategia, nessun cartellino rosso, tranne quello delle litigations.

Fra le imprese ad alto potenziale di innovazione, restando estremamente interessanti i settori internet e le nanotecnologie, portare il rapporto P / VC fino a 3,5 volte, mentre sono confermati tutti i cartellini rossi prima illustrati, tranne quello relativo alla data di quotazione.

Per le imprese di paesi emergenti, nel ricordare cautelativamente che finora l’S&P500 ha sempre fatto meglio di tali mercati, gli Autori segnalano che questi ultimi sono via via più affidabili e che le loro direzioni d’impresa stanno progredendo. Tuttavia, non allontanarsi da Sudafrica, Sudamerica ed Est Europeo, tenendo presente l’indice di corruzione segnalato da siti specializzati (come www.transparency.org/cpi/#cpi) e quello di competitività su altre fonti del web (come www.=2.imd.ch/wcy o www.weforum.org). Per tali imprese (meglio se esportatrici) il rapporto quantitativo P / VC non deve oltrepassare il 2,5, mentre le capitalizzazioni possono superare anche i 5 miliardi di euro. Ovviamente, devono poter essere trattate a Wall Street sotto forma di Adr (American Depositary Receipt).

Eccoci alla conclusione. Ci è parso necessario presentare con un adeguato grado di analisi un libro che in realtà contiene una notevole quantità di ulteriori ragguagli (la stampa specializzata, i siti su cui documentarsi, i costi fissi e la disciplina fiscale…) e al quale, fra i tanti pregi, vanno riconosciuti il metodo e la completezza. Pubblicato nel 2005, mantiene a nostro parere intatti i vantaggi della qualità divulgativa e della precisione concettuale…

Leggere con calma, prendere nota, rileggere, predisporre degli schemi… Quindi introdursi gradatamente nella galassia della finanza internazionale seguendo i percorsi indicati… Le soddisfazioni non mancheranno.

Mario Elia
elia.mario@libero.it

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